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Tarquinia
Tarquinia è un comune italiano di 16 269 abitanti[1] della provincia di Viterbo nel Lazio.
La città di Tarquinia (Tarquinii in latino e Tarch(u)na in etrusco, derivante dal nome del mitico Tarconte[3]) fu uno dei più antichi e importanti insediamenti della dodecapoli etrusca[4]. In rapporto con Roma fin da epoca molto antica, diede a questa città la dinastia dei re Etruschi[5] (Tarquinio Prisco,[5] Servio Tullio e Tarquinio il Superbo) che svolse un ruolo di primaria importanza nella storia della città latina (fine del VII e VI secolo a.C.). Probabilmente già a partire dal VI secolo si ebbe l'iniziale graduale spopolamento dell'abitato etrusco-romano, che andò accentuandosi in età medievale, per poi completarsi nel tardo medioevo, quando la città antica si era ridotta a poco più di un castello fortificato. Le cause vanno rintracciate nelle devastazioni compiute dagli invasori germanici prima e nelle incursioni dei musulmani poi, che oltre a decimare la popolazione causarono una progressiva involuzione economica del territorio. Nel periodo precedente la seconda guerra mondiale divenne sede della scuola di paracadutismo. Fu inoltre interessata da un massiccio programma di bonifiche da parte del regime fascista, seguito dalla riforma agraria del 1950: i due provvedimenti contribuirono al rilancio del settore agricolo e a un effimero sviluppo industriale collegato, attirando un'ingente immigrazione interna, soprattutto dalle Marche.
Tolfa
Il Territorio del comune di Tolfa (5.250 abitanti) è situato tra il mare e l'alta collina, fa parte di un'ampia area geografica dell’anti-appennino laziale situata in provincia di Roma e denominata “Monti della Tolfa”. Racchiusi tra il Tirreno e l’arco del fiume Mignone, i Monti della Tolfapresentano caratteristiche di conservazione tali da renderli unici. I monti si elevano poco al di sopra dei 600 mt e si stagliano nettamente nei paesaggi circostanti. Ampi pascoli e boschi rigogliosi ricoprono il vasto territorio dove la macchia mediterranea, castagni e faggi generano il tipico “paesaggio tolfetano”. Lecci, carpini, querce, agrifogli, mirto, erica, ginepro si alternano e convivono insieme dando vita a panorami ricchi di colore in ogni stagione dell’anno.
Recarsi a Tolfa è u po’ tornare indietro nel tempo e un po’ gustare quel sapore ormai sempre più raro fatto di natura incontaminata all’interno di una cornice di storia millenaria: una passeggiata piacevole e di rara bellezza. Una terra dove i pascoli e gli antichi casali sono stati teatro di vite intere trascorse nella fatica del lavoro, ma anche nella vivace creatività della sua gente. Ed è una sensazione unica sedersi sulla cima della Rocca dei Frangipane, che domina le basse colline che scendono al mare, guardare la natura che si perde all’orizzonte, chiudere gli occhi ed immaginare la vita lenta di un tempo, scandita dal ritmo delle stagioni e dalle serate passate in famiglia o insieme agli amici a cantare in ottava rima. Quella della poesia a braccio è una tradizione che ancora oggi si tramanda: tra i vicoli, nelle corti dei palazzi o nelle cantine scavate nel tufo, è possibile incontrare per le ricorrenti “merende” gli anziani poeti che, come i cantori di un tempo, si sfidano a colpi di “ottave” improvvisate.
Tolfa è famosa per l’allevamento del bestiame e dei cavalli maremmano di razza “tolfetana”, è conosciuta anche grazie alla “catana”, borsa utilizzata dai contadini e dai butteri per trasportare il cibo nelle giornate trascorse in campagna, la tracolla in cuoio di Tolfa è stata un simbolo per un’intera generazione negli anni ’70 sbarcando addirittura negli States. Ancora oggi la lavorazione del cuoio è un fiore all’occhiello per Tolfa accanto alle attività di ristorazione, nelle quali è possibile gustare i piatti della rinomata e pluripremiata cucina tolfetana, povera, parsimoniosa, fatta di sapori unici e di poche pietanze, come l’acquacotta, la trista o le ghighe.
La vetrina che meglio illustra le complesse vicende che hanno portato al definirsi della identità locale è rappresentata dal Museo Civico Archeologico, situato nel cinquecentesco convento dei Padri Agostiniani che ospita interessanti reperti di età etrusca provenienti del territorio.
Ercolano
Ercolano è un comune italiano di 49 813 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania.
Il nome dell'antica Herculaneum deriva dalla leggendaria fondazione della città da parte di Ercole, attratto dalle bellezze dei luoghi. Probabilmente fu fondata dagli Osci nell'VIII sec. A.C. per passare successivamente sotto le dominazioni etrusca, greca, sannita e romana (307 a. C.). Grazie all'amenità del luogo e del clima, la città divenne una delle più splendide località residenziali del patriziato romano, che qui costruì grandiose dimore tra cui la villa di L. Calpurnio Pisone (Villa dei Papiri), una delle più grandi dell'antichità, cenacolo di filosofi e letterati europei. La terribile eruzione del Vesuvio del 24 Agosto del 79 d.C. cancellò in poche ore la città.
Il territorio, disabitato per lungo tempo, cominciò a ripopolarsi gradualmente nei primi secoli d.C., ma solo intorno al Mille si hanno notizie certe su un Casale di Resina (o Risìna). Già a quel tempo, sulla collina di Pugliano, esisteva un santuario (il più antico dell'area vesuviana) dedicato alla Madonna che era tra le mete di pellegrinaggio più frequentate di tutta la Campania, oggetto di numerose indulgenze dei Pontifici Romani, nonché di donazioni e lasciti da parte della nobiltà napoletana. Basilica pontificia già dal ‘500, fu fino al 1627 l'unica parrocchia di Resina e di Portici.
La città, che dal ‘400 apparteneva alla Baronia di Castellania, il 13 agosto del 1699 si riscattò dal dominio feudale.
Nel 1709 avvenne la prima scoperta della città sepolta anche se gli scavi sistematici cominciarono trent'anni dopo per volontà di Carlo III di Borbone, che fece anche edificare nei pressi degli Scavi una residenza, la Reggia di Portici. Intorno ad essa, le grandi famiglie della nobiltà partenopea realizzarono stupende ville e palazzi. Per il loro splendore la strada che le costeggiava meritò l'appellativo di "Miglio d'Oro". Ercolano, la città del Miglio d'Oro, ne ospita tra le più belle e fastose, come Villa Campolieto, Villa Aprile e Villa Favorita.
Le meraviglie che affioravano dagli Scavi e il fascino esercitato dal Vesuvio resero la città meta di studiosi, letterati e ricchi turisti che la inserirono tra le tappe più ambite del Gran Tour europeo.
La città è stata in varie epoche sede di numerose e prestigiose istituzioni culturali e movimenti artistici; l'Accademia Ercolanese, la Scuola internazionale di Archeologia, fondata da A. Maiuri e, a fine ‘800, la "Scuola di Resina", una corrente pittorica di fama nazionale che ebbe tra i nomi più prestigiosi Adriano Cecioni, Marco De Gregorio, Francesco De Nittis e Federico Rossano.
Nel 1969 la città di Resina ha assunto l'antico toponimo di Ercolano.
MEDAGLIA DI RAPPRESENTANZA
L'associazione Olimpiadi della Cultura e del Talento può vantare prestigiosi riconoscimenti: nel 2014 riceve una Medaglia di Rappresentanza del Presidente emerito della Repubblica On. Giorgio Napolitano a testimonianza del reale apprezzamento della massima carica dello Stato per il concorso. Nel 2012 riceve un encomio ufficiale dall'Amministrazione Comunale di Tolfa, con un atto votato all'unanimità dall'intero Consiglio Comunale, per la "professionalità e brillantezza dimostrata nell'organizzazione dell'evento" . Nel 2016 il Primo Ministro maltese Joseph Muscat registra un video messaggio per gli organizzatori e i partecipanti al concorso, video messaggio diffuso durante le finali e poi ripreso da diverse testate giornalistiche nazionali.